ItaGliani in Provenza 08/2012
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ItaGliani in Provenza 08/2012
Se avete tempo da perdere fermatevi e leggete, in caso contrario leggetevi qualche altro post.
Cominciamo.
Da dove possiamo cominciare?
Dall’inizio??
Bhè allora… all’inizio era il nulla poi un grande scoppio, non si capisce da dove, ha provocato la rottura di non si sa che cosa e sono rimasti sospesi nel nulla tanti pezzettini di pietra……
Ah, non da quest’inizio …
Ok
Bhè la cosa, se devo essere sincero non mi ricordo come è nata, forse qualcuno che ha avuto il tempo di seguire da vicino la cosa lo può rammentare … comunque …
Fatto sta che ci troviamo in 3, provenienti da 3 parti d’Italia differenti a percorrere per 4 giorni strade che …. Lasciatemelo dire.. sono una figatapazzesca!!!!
L’organizzazione, come da mia tradizione, parte mesi indietro. Lo ammetto, non mi piace andare allo sbaraglio, solamente per il semplice fatto che durante questi giri non voglio che inconvenienti, o che le cose non considerate mi rovinino la giornata…. Quindi… dicevo…
Nei i mesi precedenti, dopo aver abbozzato l’idea del giro e dopo essere riusciti a convincere Lorenzo che anche se non avessimo fatto 30000km in 4 giorni con rifornimenti in movimento inclusi ci saremmo divertiti ugualmente, siamo riusciti a tracciare un itinerario di massima.
Avevo solamente posto un paletto…. Voglio andare sull’Iseran.
Cos’è l’Iseran?!? CHI E’ L’ISERAN?!?!
L’iseran è l’amico mio quello alto ma talmente alto che…..
In pratica è il passo di collegamento transitabile più alto d’Europa…. Eh si.. i cugini d’oltralpe han fregato il primato allo Stelvio…..
Dicevamo…. Ah si…
Una volta stabilita la rotta e tracciata sulle modernissime strumentazioni in nostro possesso durante una “conference call” (sempre santo msn), procedo con il suddividere il percorso ed effettuare le prenotazioni nei dormitori locali.
C’era solamente una cosa che non era perfetta, le percorrenze delle prime 2 tappe.. che si aggiravano sui 400km… nulla di inaffrontabile, anzi… solo che il tempo a disposizione per farli non era tanto….
Arriviamo quindi al giorno della preprepartenza, ovvero quando l’indigeno de Roma si reca nel punto destinato all’incontro preliminare…. In parole povere Lello è venuto a casa mia.
Quindi Domenica pomeriggio abbiam caricato le moto sul furgone pronti per partire il mattino seguente.
Si avete letto bene… furgone. Questo per il semplice motivo che fare 1000km di autostrada in 2, e considerare quindi doppi pedaggi , doppi consumi e doppio rompimento di palle, per ricevere la medaglia da coglione, non mi sembrava la soluzione migliore…
La serata quindi, tra una cavolata e l’altra si è conclusa tardino e la nottata, complice la leggera cena , per qualcuno non è stata delle migliori.
Quindi posticipiamo di un oretta la prepartenza.
Il viaggio in furgone? Bhè con Lello che dorme a fianco e i cd di happy music non è andato così male. Le moto sono rimaste in piedi, abbiam visitato per sbaglio le zone di Barolo, dove fanno il Barolo e quelle di Novello dove qualcuno mi ha detto che fanno il novello….. ok lasciamo stare…. Il fatto vuole che arriviamo comunque alla maison di Lorenzo .
Il caro amico ci stava aspettando bruciando un mezzo bosco per preparare la brace.
Brace per cuocere delle tagliate di brontosauro… e accompagnare il tutto con del semplice barbera… si semplice, ma tanto.
Si scaricano le moto, si mangia e si parte per il tour enologico…… ok…
Tour Enologico… chiamiamola pure ubriacatura in cantina…
torniamo quindi a casa abbastanza provati.
La serata prosegue con un recupero di un mezzo fermo e con il miraggio di un letto…..
Il mattino seguente partiamo…. Si ma con un oretta e mezza di ritardo sul ruolino di marcia.
Direzione Colle di Tenda.
Prima sosta in cima al colle, caffettino, bottiglietta d’acqua e aspettiamo il nostro turno per attraversare la galleria… la giornata non è fresca, anzi… fa un caldo boia!
Partiamo… passata la galleria siamo in Francia… strade fantastiche scorrono sotto le nostre ruote. Curvoni veloci accompagnano il nostro viaggio fino a che non prendiamo la deviazione per Sospel… qui la strada si fa più interessante, più divertente, ed infatti tutto ad un tratto ecco un cartello… “Col de Brouis”.. fantastico. Se il buongiorno si vede dal mattino, sono convinto che qualcuno ci lascerà le gomme in questo giro….
Da Sospel prendiamo alla volta di Moulinet… e una strada pietosa …ma ricca di fascino ci si para davanti , la salita da quel lato ha un manto non perfetto, la strada è stretta ed i tornanti presenti fanno si che decidi di goderti il panorama…. Ma sotto il sole con 40° non è quello che vorremmo ora… arriviamo in cima e si… siamo sul Turinì…. Sede del Famosissimo rally di Montecarlo.
La discesa è divertente, la strada rimane sempre stretta, i precipizi ci accompagnano alla nostra sinistra, ma almeno il manto stradale è molto migliorato.
Proseguiamo per Entrevaux, la strada è fantastica … bella scorrevole con curvoni veloci, forse troppo per i nostri gusti….
Se volessimo sfruttare quelle curve dovremmo farle ad almeno 40km/h in più di quello che stiamo facendo… e non stiamo certo andando piano.
A Touet sur Var ci fermiamo per l’ennesima pausa abbeveraggio… ci sono 43°, il sole scotta nella tuta e abbiamo ancora strada da fare…. Tanta strada.
Riprendiamo e dopo aver passato Entrevaux arriviamo al Lac de Castillon…
Arriviamo in prossimità della diga “figapelosa”, chiamata così per lo strano eco che risuona lungo i muri di contenimento.
Ci fermiamo un attimo a prendere fiato lungo lo specchio di acqua. L’acqua sembra dipinta da quanto è azzurra. Qui prendiamo la decisione:arriveremo a Castellane, faremo il ceck-in, scaricheremo un po’ di roba e proseguiremo per Il Verdon. Ed è lungo la strada che la visione di pedalò e canoe e con gente che fa il bagno in quello specchio d’acqua ci mette a dura prova… ma dobbiamo proseguire e non possiamo tuffarci in acqua.
Così facciamo… non ci tuffiamo, arriviamo in “albergo”,ripartiamo e ci fermiamo a far rifornimento di benzina e di liquidi ad un distributore dove uno sapeva “casualmente” che li si trovava un discreto pezzo di figliola… “chissà se c’è ancora..!”. C’era ancora….
Ripartiamo dopo quella bella visione. E ci tuffiamo nel traffico delle strade per i bellissimi posti del Verdon..
Il panorama è unico , i posti fantastici, unica nota negativa… il caldo!
Proseguiamo passando La Palud, e prima di Moustiers sainte Marie tagliamo direttamente per Aiguines… siamo leggermente in ritardo, dobbiamo ritornare a Castellane e qualche morbido motociclista come me non ha voglia di viaggiare con il buio….
Dall’alto vediamo il bellissimo lago e vediamo l’ennesimo assembramento di gente felice
sguazzante nell’acqua….
scendiamo e arriviamo nel parcheggio sovrastante la zona…. Scendiamo a vedere se c’è almeno un chioschetto per dissetarci, ma niente.
“io adesso vado in acqua.”
…..
“oh… io vado in acqua”
….
“ io mi tuffo”
“è la settima volta che lo dici, abbiamo capito!!!”
Morale della favola, siamo arrivati ci siamo “stutati” e ci siamo tuffati al…..quasi fresco, cavolo anche l’acqua era calda!
Dopo esserci riposati per una mezz’oretta e dopo aver evidentemente interrotto una giovane coppietta durante le loro porcellonate acquatiche riprendiamo il nostro cammino per tornare a Castellane.
Non prima di aver passato il Col D’Illoire e aver fatto qualche foto alle famose gole.
Il rientro a Castellane lo facciam con il buio.
Scarichiamo le cose rimanentii, laviamo i sotto tuta, laviamo noi stessi e ci dirigiamo in cerca di qualcosa di commestibile…. Ma è tardi ed in Francia non si fanno problemi a dirti che ti puoi tranquillamente attaccare alla famosissima “ceppadecazzo”!
Si narra che la “ceppadecazzo” sia stata importata durante il periodo delle invasioni romane, successivamente poi gli autoctoni hanno cercato di combatterla. I Galli hanno provato in qualsiasi modo di sconfiggerla, ma vani sono stati gli sforzi profusi.
Oggi giorno la “ceppadecazzo” fa parte degli usi e costumi delle popolazioni della Provenza.
Riusciamo comunque a trovare una rosticceria con 2 tavoli, la soprannominiamo il “Porcaro”.
Il Porcaro non si fa problemi a sfamarci.
Mangiamo e dopo un giretto per il centro, ci dirigiamo nell’unico locale aperto per bere almeno una birra….
Li si parano innanzi ai nostri occhi scene che anno dell’incredibile, come sono incredibili le occasioni che sfumano…
Vabbhè… è ora di andare a dormire.
Al mattino la sveglia suona presto…
Lei suona, siamo noi che non abbiamo voglia di alzarci!
Andiamo a pagare il pernotto all’allevatore di Gremlins e carichiam le moto.
Partiamo e andiamo a prendere qualche pasta per sfamarci nella pasticceria in paese che avevamo adocchiato la sera precedente … tutto bene.. se non fosse che il bombolone che abbiamo preso, abbagliati dal vedere una cosa conosciuta, conteneva una sorpresa…..
all’interno non vi era crema ma la temibilissima marmellata di mele. E’ stato uno shock talmente grande che ripensandoci ci vengono ancora i brividi.
Sono cose che succedono…… purtroppo!!
Ripartiamo alla volta di Barremè , percorrendo la bellissima Route Napoleon, un odore forte di lavanda entra nel casco, e ci accompagna per tutto il tragitto sul bellissimo Col de Leques.
Scendiamo e proseguiamo in direzione Digne, da li prendiamo per Barcellonette e una serie di curve e colli ci porteranno in men che non si dica a destinazione.
Come direbbe un caro amico.. “queste sono strade degne di nota”!
E cappero se lo sono!
Col du Labouret, col de Maure e col de Saint Jeane, sono i colli che abbiamo incontrato prima di Barcellonette.
Arrivati nella cittadina evitiamo il centro e transitiamo sulla strada esterna fino al punto rifornimento.
Li decidiamo che saremo andati cibarci nel paese successivo, qualcosa avremo trovato….
Arriviamo a Jausiers e fortunatamente troviamo una mangiatoia con dei prezzi abbordabili.
Non perdiamo troppo tempo, per arrivare a destinazione dobbiamo macinare parecchia strada ancora, ed il Bernacca che è in me dice che stiamo finendo il periodo di grazia.
Partiamo per il col de la Bonette, in direzione Isola.
La strada (fuffa) più alta d’europa, così recitano i cartelli che incontri.
Fuffa per il semplice fatto che il valico si trova a 2715, altezza che non avrebbe portato la strada da nessuna parte, ma sti Francesi (FURRRRBISSIMI) cosa hanno escogitato?
Hanno costruito una strada che gira attorno ad una cima li vicino (appunto cima della Bonette) fino ad arrivare a 2802…. Morale della favola : il primato di passo più alto non gli è stato dato.
A parte questo devo dire che il paesaggio che incontri è qualcosa di veramente unico.
Le fortificazioni della guerra, ancora presenti, e il paesaggio grigio della pietra ti lasciano con un …. “però!!”.
Ah mi ero dimenticato di dire che a salire sulla Bonette abbiam trovato la strada bagnata e il cielo era nero tutto intorno a noi!!(ci potrei fare una pubblicità!).
Decidiamo quindi di cazzeggiare il meno possibile e di cercare di evitare più acqua possibile….
Piccola nota, il paesaggio a scendere e si passa attraverso a un piccolissimo villaggio in abbandono.
La storia vuole che quella era la residenza del reggimento dei Diables bleus, un corpo di soldati scelti che a fine 800 erano di vedetta e di guardia su quelle cime. La storia dice che in 40 riuscivano a tenere sotto controllo tutta la zona, poi alla fine della seconda guerra le case vennero abbandonate. Tant’è che all’interno di esse si possono ancora vedere i gli arredi dell’epoca. (Grazie a Lello per il riassunto) .
Scendiamo dal passo (si perché chiamare colle una strada del genere a me fa ridere) e ci dirigiamo verso Isola, un acquazzone ci sorprende all’improvviso… ma continuiamo
Lorenzo si era già intutato durante la discesa dalla Bonette, Lello non aveva l’antipioggia e io non avevo voglia di metterla.
Così arriviamo ad Isola, dove il tempo pare darci una tregua e l’asfalto è asciutto. Prendiamo quindi per Isola2000…
Bhè la strada meritava veramente, e fortunatamente fino ad isola 2000 il tempo ha retto… poi….
Poi la race direction ha fatto esporre la bandiera con la croce di sant’andrea e per la tappa successiva han dichiarato Wet Race….
Arriviamo quindi in cima alla Colle della Lombarda, ci si ferma poco giusto il tempo di fare due scatti.
Devo ammettere che è veramente un peccato aver beccato brutto tempo, un tuffo dentro l’acqua dei laghetti lo avrei fatto volentieri!
Il panorama in cima ed i colori , anche con la pioggia ed il grigiore delle nubi, erano spettacolari.
Scendiamo per una strada che definirla stretta è un eufenismo….. ne ho fatti di passi stretti, ma questo li batte tutti!
Arriviamo comunque in fondo, siamo in Italia e si vede…. Ci siamo abituati bene, le strade francesi sono un'altra cosa e anche gli automobilisti ,che hanno un rispetto maggiore per noi motociclisti sono degni di considerazione, tutte cose che di qua dal confine ce le possiamo praticamente sognare….
Facciamo sosta carburante a Vinadio e ripartiamo alla volta del Colle della Maddalena.
Prima di arrivare in cima ci fermiamo al bar del versante italiano.
Tempo di un caffè ed un gelatino (si… le povere stelline con la “faccia da tabacchino smorto” volevano il gelatino..) e si riparte, sosta immediata sul Colle maddalena/larche per le foto ed i video improbabili e ripartiamo in direzione Vars.
Arriviamo sul Colle del Vars .
Ci fermiamo, c’è chi acquista adesivi e te li vuole dare in cambio di strani baci con la lingua, c’è chi cerca di autoeliminarsi per attaccare strani adesivi… tutto nella norma insomma!
A scendere cominciamo a prendere una pioggerella che ci accompagnerà fino a 5 km prima di Brancon.
La strada da Vars fino a Briancon è veramente mooolto meritevole, immaginarla asciutta provoca dei notevoli ed apparentemente immotivati sorrisi…
Arrivati poco prima della destinazione vediamo che Lello ha seviziato la tuta, in pratica ha rotto il gancio di chiusura ed ha distrutto la cerniera.
Decide quindi di recarsi subito nel Carrefour visto strada facendo, ma i soliti cattivoni francesi gli chiudono la porta in faccia e gli dicono che avrebbero aperto l’indomani alle 7.30.
Perfetto, pensiamo io e Lorenzo , forse è la volta buona che riusciremo a partire presto….
Si fa ora di mangiare, e chiediamo all’allevatore di nani da circo di indicarci un posticino.
Ok, andiamo da tutt’altra parte… questa sera ci van le crepes!
Ed è li che appare lei…..il suo viso angelico, gli occhi verdi da gatta e un aura che emanava una luce fortissima…. Sembrava una visione, ed invece no, era il FIGHINO DI BRIANCON!
Finiamo di mangiare e cerchiamo un posto dove bere na bira (l’influsso romano si fa ancora sentire), ci dirigiamo nella parte bassa della cittadina e scegliamo il locale alternativo…. Troppo alternativo…. Finiamo da bere ed andiamo a letto.
Almeno…. Andiamo in camera. E mentre il caro bimboLello dormiva io e Lorenzo, in veste da critici televisivi, davamo i nostri i nostri giudizi alle scenografie, trame, effetti speciali e capacità di recitazione dei protagonisti dei cult francesi trasmessi sul piccolo schermo…
Al mattino… indovinate chi sono stati i primi a svegliarsi?
Bravissimi!!!
Dopo aver tirato giù da letto il nostro caro Lello, averlo cazziato e averlo spedito a comprarsi ago e filo per riparare la tuta, procediamo con il solito rituale di vestizione, carico bagagli e relax prepartenza.
Al ritorno dallo shopping il nostro eroe non arriva a mani vuote, mentre in una ha gli strumenti di riparazione, nell’altra si trova un sacchetto contenenti una dozzina di paste da peso specifico del mercurio… si narra che alcuni culturisti francesi le usino come pesi nelle alzate alla panca piana….
Stavamo parlando di super Lello… bene, mentre noi ci stavamo scofanando l’impossibile…. Il nostro super eroe si era trasformato in un sarto provetto. Sarà stata l’aria francese, sarà stata la sua vera indole, ma il risultato finale era veramente degno di nota!
Ah.. se dovete farvi fare l’orlo ai pantaloni vi passo il suo contatto!
Comunque riusciamo a partire con il solito ritardo e con il solito simpatico tedescone che ci fa notare che Lello sta girando praticamente con delle slick!
“Avoja quanto ci faccio ancora, e poi gli intagli si vedono!!”
Quindi salutiamo l’allevatore di Nani da circo e partiamo alla volta di Oulx.
Da li prendiamo la strada per il paradiso….
Cominciamo a salire, l’asfalto, inutile dirlo, è perfetto. Le curve con una buonissima visibilità, il traffico irrilevante.
Questo è il passo più bello che ho fatto fino ad ora…. E’ il Moncenisio.
Mamma mia, se ci penso ancora mi vengono strane voglie!
Arrivati di fronte al muro degli ultimi tornanti è ora di godersi il panorama, si ricollega quindi il cervello e si cerca di memorizzare più immagini possibili.
Inutile dire che lo scenario che ci circonda è fantastico, ed anche le visioni non scherzano niente…
Ci fermiamo un po’ in cima, tanto per goderci al meglio lo spettacolo che la natura ci offre e per ascoltare le perle di saggezza di possessori di moto con 2 dita di cera per lato nelle gomme ,e soprattutto da chi mette il blocca disco in cima ad un passo…
Ma scusa emerito cojone(ancora l’influsso romanesco non mi ha abbandonato) , ma chi pensi che te la porti via quel catenaccio di moto, una mucca? Hai paura delle marmotte?? Eh, infatti è risaputo che quelle bastarde pelose ti ciulano la moto e poi si occupano del traffico di pezzi rubati. Sembra che stiano li ad impacchettare la cioccolata, ma invece…. impacchettano del pakistano acquistato con i soldi dei pezzi rubati!!!!!
Prima della discesa Lello e Lorenzo si scambiano le moto…
Io mi fermo un attimo a fare due scatti e li raggiungo in fondo…..o per meglio dire ne raggiungo uno, Lorenzo.
Lorenzo mi stava aspettando ad un incrocio e come mi vede parte.
Sinceramente per un attimo mi ha fatto strano non vedere Lello, ma vuoi Lorenzo che era partito, vuoi che Lello era con la moto di Lorenzo equipaggiata con il navigatore, non mi sono preoccupato più di tanto.
La strada che dal Moncenisio porta all’Iseran è breve e scorre via veloce.
La salita verso il passo è bellissima, la strada che sale si arrampica dolcemente fino in cima… e l’altitudine la mia ciccina la comincia a sentire. Mi fermo per fare qualche scatto, farò la figura del giapponese, ma vedere sti luoghi e non portarti qualche ricordo mi sembra una vera coglionata.
Arrivo in cima, e la prima cosa che mi dice Lorenzo è: “Abbiamo un problema, Lello non c’è!”
Breve riassunto.
Lello e Lorenzo si sono scambiati le moto, Lorenzo ha il suo cellulare nel marsupio, Lello lo ha lasciato sulla moto, Lello ha evidentemente cannato un incrocio, ma Lello ha anche il navigatore.
Quindi io e Lorenzo confidiamo su questo… e mentre aspettiamo ci facciamo le nostre foto ricordo, comperiamo chi gli adesivi chi la maglietta, facciamo le foto ricordo ad altri, discutiamo con i motociclisti francesi cojoni che non si levano di mezzo… insomma non ci facciamo mancare nulla.
Intanto il tempo comincia a cambiare. Nell’attesa ci rechiamo a prendere dei panini e mentre usciamo comincia a piovere…. Basta, decidiamo quindi di scendere a vedere di recuperare il desaparecido, e appena svoltiamo un tornante lo incrociamo mentre sta salendo.
Io lo mando a cagare, Lorenzo penso che sia contento di rivedere la sua moto…..
Ci intutiamo e ripartiamo, e come al solito appena saliti in moto infagottati la pioggia cala…. ma ci accompagna fino a Seez. Facciamo rifornimento e ripartiamo alla volta dell’ultimo passo della giornata.
La salita per il Piccolo San Bernardo non è malaccio. La cosa bella è che è un misto di asciutto – bagnato . Ovvero un versante è completamente asciutto mentre l’altro è fradicio. Ma l’importante è che sui nostri caschi sia tornato a splendere il sole.
Arriviamo in cima-cima, e ci togliamo l’antipioggia. Ci concediamo la pausa gelatino (eh si… ci stiamo viziando…) facciamo le solite foto dementi e non, concediamo foto autografate ai motociclisti meravigliati della sempre più slick si Lello, e poi quando all’unanimità vediam che tanto non ci daran la residenza sul passo, ripartiamo.
Qui saluteremo definivamente la Francia, non senza qualche lacrimuccia.
Nuova destinazione Aosta, ma prima facciamo una tappa a Courmayeur, una foto di rito alle spalle di monsieur Le Blanche è d’obbligo… (SI SI IL MONTE BIANCO, VOLEVO FARE IL FIGO CON IL FRANCESE, NON VI VA BENE? ESTIQUAATZI!!).
Ripartiamo ed arriviamo in albergo, ma prima di sistemarci andiamo a fare un aperitivo in un bar/concessionario.
Non male l’aperello, e non male nemmeno i due negroni bevuti (maliziosi non pensate male!!!)
Quindi si ritorna in albergo e memori delle esperienze francesi in quasi un batter d’occhio riusciamo ad andare a cena.
C’è stato un momento di panico quando si è rischiato di lasciarne uno insaponato sotto la doccia…. Ma come dice Hubert: “Tutto è bene quel che finisce bene!!”
Il tocco di classe poi è di Lello. Il suo savour fare ci ha trovato il nome di due locali del dopo cena.
Mangiamo bene, e decidiamo di fare due passi per il centro di Aosta….
Saremo vecchi ma dopo un paio di birrette siamo nuovamente a letto.
Al mattino solita trafila.. si fa colazione, paghiamo l’allevatore di cavallette albine, si caricano le moto e dopo aver aspettato Lello partiamo.
Proviamo ad andare sul gran San Bernardo, ma il tempo non è per nulla buono, e dato che non abbiamo tutto questo tempo da perdere facciamo dietro front e di dirigiamo direttamente a Saluzzo.
Direttamente è un parolone, perché prima di arrivare ci dobbiam sorbire un oretta di sardo strada che almeno fino a che siamo in Val d’Aosta ci allieta con i suoi castelli.
Dopo l’autostrada , la tangenziale di Torino, e la statalona , arriviamo a Saluzzo. Ci fermiamo un attimo per bere, e ripartiamo quindi alla volta di Crissolo.
Strada facendo c’è qualcosa che non mi torna…. Ma… scusate , è mai possibile che sto fiumiciattolino, sto robino qui…. Diventi poi quel robone dove dentro ci navigano dei pesci radioattivi da quanto sono grandi?
Vabbhè….
Arriviamo a Crissolo, e proseguiamo per pian della Regina, da li saliamo subito a Pian del Re, e come delle bravissime giovani marmotte arriviamo alla sorgente dichiarata del Po.
Fotine, video vari e avariati (soprattutto avariati), visioni mistiche e bevute alla sorgente accompagnano la nostra sosta. Poi si riparte, dobbiamo pappare….
E nella discesa… dopo averle viste in tutti gli adesivi dei passi, finalmente compare un marmotta.
Penso che volesse farla finita… si è praticamente buttata sotto le ruote della moto…. Ma gli è andata male, siamo cretini ma non siamo degli assassini.
La sosta pranzo porta consiglio…. Una volta arrivati a Cuneo Lello decide di cambiare le scarpe della moto, come avevo previsto… qualcuno ci ha lasciato le gomme!
Finito di pranzare e dopo il caffettino ripartiamo con calma.
Sappiamo che stiamo dicendo un arrivederci a questi bellissimi posti.
Ci rimettiamo in strada direzione gommista. Sosta tecnica e tecnologica.
E poi l’ultima destinazione sarà la maison del caro Lorenzo.
La serata passa “tranquillamente” bruciando un mezzo bosco , come di consuetudine, per preparare la brace e ricordando gli avvenimenti topici di questi giorni passati assieme.
La serata volge al termine, e con essa questa fantastica esperienza.
Oggi , a qualche settimana di distanza, le immagini, i profumi che ho sentito viaggiando e le sensazioni che ho provato durante questo “giretto” sono ancora un ricordo nitido stampato nella mia mente.
E anche se dovesse sbiadirsi, so che il prossimo anno potrò dargli ….. “una bella ripassata”!!
Inutili i ringraziamenti…..
Datevi una pacca sulla spalla e fateveli da soli!
Cominciamo.
Da dove possiamo cominciare?
Dall’inizio??
Bhè allora… all’inizio era il nulla poi un grande scoppio, non si capisce da dove, ha provocato la rottura di non si sa che cosa e sono rimasti sospesi nel nulla tanti pezzettini di pietra……
Ah, non da quest’inizio …
Ok
Bhè la cosa, se devo essere sincero non mi ricordo come è nata, forse qualcuno che ha avuto il tempo di seguire da vicino la cosa lo può rammentare … comunque …
Fatto sta che ci troviamo in 3, provenienti da 3 parti d’Italia differenti a percorrere per 4 giorni strade che …. Lasciatemelo dire.. sono una figatapazzesca!!!!
L’organizzazione, come da mia tradizione, parte mesi indietro. Lo ammetto, non mi piace andare allo sbaraglio, solamente per il semplice fatto che durante questi giri non voglio che inconvenienti, o che le cose non considerate mi rovinino la giornata…. Quindi… dicevo…
Nei i mesi precedenti, dopo aver abbozzato l’idea del giro e dopo essere riusciti a convincere Lorenzo che anche se non avessimo fatto 30000km in 4 giorni con rifornimenti in movimento inclusi ci saremmo divertiti ugualmente, siamo riusciti a tracciare un itinerario di massima.
Avevo solamente posto un paletto…. Voglio andare sull’Iseran.
Cos’è l’Iseran?!? CHI E’ L’ISERAN?!?!
L’iseran è l’amico mio quello alto ma talmente alto che…..
In pratica è il passo di collegamento transitabile più alto d’Europa…. Eh si.. i cugini d’oltralpe han fregato il primato allo Stelvio…..
Dicevamo…. Ah si…
Una volta stabilita la rotta e tracciata sulle modernissime strumentazioni in nostro possesso durante una “conference call” (sempre santo msn), procedo con il suddividere il percorso ed effettuare le prenotazioni nei dormitori locali.
C’era solamente una cosa che non era perfetta, le percorrenze delle prime 2 tappe.. che si aggiravano sui 400km… nulla di inaffrontabile, anzi… solo che il tempo a disposizione per farli non era tanto….
Arriviamo quindi al giorno della preprepartenza, ovvero quando l’indigeno de Roma si reca nel punto destinato all’incontro preliminare…. In parole povere Lello è venuto a casa mia.
Quindi Domenica pomeriggio abbiam caricato le moto sul furgone pronti per partire il mattino seguente.
Si avete letto bene… furgone. Questo per il semplice motivo che fare 1000km di autostrada in 2, e considerare quindi doppi pedaggi , doppi consumi e doppio rompimento di palle, per ricevere la medaglia da coglione, non mi sembrava la soluzione migliore…
La serata quindi, tra una cavolata e l’altra si è conclusa tardino e la nottata, complice la leggera cena , per qualcuno non è stata delle migliori.
Quindi posticipiamo di un oretta la prepartenza.
Il viaggio in furgone? Bhè con Lello che dorme a fianco e i cd di happy music non è andato così male. Le moto sono rimaste in piedi, abbiam visitato per sbaglio le zone di Barolo, dove fanno il Barolo e quelle di Novello dove qualcuno mi ha detto che fanno il novello….. ok lasciamo stare…. Il fatto vuole che arriviamo comunque alla maison di Lorenzo .
Il caro amico ci stava aspettando bruciando un mezzo bosco per preparare la brace.
Brace per cuocere delle tagliate di brontosauro… e accompagnare il tutto con del semplice barbera… si semplice, ma tanto.
Si scaricano le moto, si mangia e si parte per il tour enologico…… ok…
Tour Enologico… chiamiamola pure ubriacatura in cantina…
torniamo quindi a casa abbastanza provati.
La serata prosegue con un recupero di un mezzo fermo e con il miraggio di un letto…..
Il mattino seguente partiamo…. Si ma con un oretta e mezza di ritardo sul ruolino di marcia.
Direzione Colle di Tenda.
Prima sosta in cima al colle, caffettino, bottiglietta d’acqua e aspettiamo il nostro turno per attraversare la galleria… la giornata non è fresca, anzi… fa un caldo boia!
Partiamo… passata la galleria siamo in Francia… strade fantastiche scorrono sotto le nostre ruote. Curvoni veloci accompagnano il nostro viaggio fino a che non prendiamo la deviazione per Sospel… qui la strada si fa più interessante, più divertente, ed infatti tutto ad un tratto ecco un cartello… “Col de Brouis”.. fantastico. Se il buongiorno si vede dal mattino, sono convinto che qualcuno ci lascerà le gomme in questo giro….
Da Sospel prendiamo alla volta di Moulinet… e una strada pietosa …ma ricca di fascino ci si para davanti , la salita da quel lato ha un manto non perfetto, la strada è stretta ed i tornanti presenti fanno si che decidi di goderti il panorama…. Ma sotto il sole con 40° non è quello che vorremmo ora… arriviamo in cima e si… siamo sul Turinì…. Sede del Famosissimo rally di Montecarlo.
La discesa è divertente, la strada rimane sempre stretta, i precipizi ci accompagnano alla nostra sinistra, ma almeno il manto stradale è molto migliorato.
Proseguiamo per Entrevaux, la strada è fantastica … bella scorrevole con curvoni veloci, forse troppo per i nostri gusti….
Se volessimo sfruttare quelle curve dovremmo farle ad almeno 40km/h in più di quello che stiamo facendo… e non stiamo certo andando piano.
A Touet sur Var ci fermiamo per l’ennesima pausa abbeveraggio… ci sono 43°, il sole scotta nella tuta e abbiamo ancora strada da fare…. Tanta strada.
Riprendiamo e dopo aver passato Entrevaux arriviamo al Lac de Castillon…
Arriviamo in prossimità della diga “figapelosa”, chiamata così per lo strano eco che risuona lungo i muri di contenimento.
Ci fermiamo un attimo a prendere fiato lungo lo specchio di acqua. L’acqua sembra dipinta da quanto è azzurra. Qui prendiamo la decisione:arriveremo a Castellane, faremo il ceck-in, scaricheremo un po’ di roba e proseguiremo per Il Verdon. Ed è lungo la strada che la visione di pedalò e canoe e con gente che fa il bagno in quello specchio d’acqua ci mette a dura prova… ma dobbiamo proseguire e non possiamo tuffarci in acqua.
Così facciamo… non ci tuffiamo, arriviamo in “albergo”,ripartiamo e ci fermiamo a far rifornimento di benzina e di liquidi ad un distributore dove uno sapeva “casualmente” che li si trovava un discreto pezzo di figliola… “chissà se c’è ancora..!”. C’era ancora….
Ripartiamo dopo quella bella visione. E ci tuffiamo nel traffico delle strade per i bellissimi posti del Verdon..
Il panorama è unico , i posti fantastici, unica nota negativa… il caldo!
Proseguiamo passando La Palud, e prima di Moustiers sainte Marie tagliamo direttamente per Aiguines… siamo leggermente in ritardo, dobbiamo ritornare a Castellane e qualche morbido motociclista come me non ha voglia di viaggiare con il buio….
Dall’alto vediamo il bellissimo lago e vediamo l’ennesimo assembramento di gente felice
sguazzante nell’acqua….
scendiamo e arriviamo nel parcheggio sovrastante la zona…. Scendiamo a vedere se c’è almeno un chioschetto per dissetarci, ma niente.
“io adesso vado in acqua.”
…..
“oh… io vado in acqua”
….
“ io mi tuffo”
“è la settima volta che lo dici, abbiamo capito!!!”
Morale della favola, siamo arrivati ci siamo “stutati” e ci siamo tuffati al…..quasi fresco, cavolo anche l’acqua era calda!
Dopo esserci riposati per una mezz’oretta e dopo aver evidentemente interrotto una giovane coppietta durante le loro porcellonate acquatiche riprendiamo il nostro cammino per tornare a Castellane.
Non prima di aver passato il Col D’Illoire e aver fatto qualche foto alle famose gole.
Il rientro a Castellane lo facciam con il buio.
Scarichiamo le cose rimanentii, laviamo i sotto tuta, laviamo noi stessi e ci dirigiamo in cerca di qualcosa di commestibile…. Ma è tardi ed in Francia non si fanno problemi a dirti che ti puoi tranquillamente attaccare alla famosissima “ceppadecazzo”!
Si narra che la “ceppadecazzo” sia stata importata durante il periodo delle invasioni romane, successivamente poi gli autoctoni hanno cercato di combatterla. I Galli hanno provato in qualsiasi modo di sconfiggerla, ma vani sono stati gli sforzi profusi.
Oggi giorno la “ceppadecazzo” fa parte degli usi e costumi delle popolazioni della Provenza.
Riusciamo comunque a trovare una rosticceria con 2 tavoli, la soprannominiamo il “Porcaro”.
Il Porcaro non si fa problemi a sfamarci.
Mangiamo e dopo un giretto per il centro, ci dirigiamo nell’unico locale aperto per bere almeno una birra….
Li si parano innanzi ai nostri occhi scene che anno dell’incredibile, come sono incredibili le occasioni che sfumano…
Vabbhè… è ora di andare a dormire.
Al mattino la sveglia suona presto…
Lei suona, siamo noi che non abbiamo voglia di alzarci!
Andiamo a pagare il pernotto all’allevatore di Gremlins e carichiam le moto.
Partiamo e andiamo a prendere qualche pasta per sfamarci nella pasticceria in paese che avevamo adocchiato la sera precedente … tutto bene.. se non fosse che il bombolone che abbiamo preso, abbagliati dal vedere una cosa conosciuta, conteneva una sorpresa…..
all’interno non vi era crema ma la temibilissima marmellata di mele. E’ stato uno shock talmente grande che ripensandoci ci vengono ancora i brividi.
Sono cose che succedono…… purtroppo!!
Ripartiamo alla volta di Barremè , percorrendo la bellissima Route Napoleon, un odore forte di lavanda entra nel casco, e ci accompagna per tutto il tragitto sul bellissimo Col de Leques.
Scendiamo e proseguiamo in direzione Digne, da li prendiamo per Barcellonette e una serie di curve e colli ci porteranno in men che non si dica a destinazione.
Come direbbe un caro amico.. “queste sono strade degne di nota”!
E cappero se lo sono!
Col du Labouret, col de Maure e col de Saint Jeane, sono i colli che abbiamo incontrato prima di Barcellonette.
Arrivati nella cittadina evitiamo il centro e transitiamo sulla strada esterna fino al punto rifornimento.
Li decidiamo che saremo andati cibarci nel paese successivo, qualcosa avremo trovato….
Arriviamo a Jausiers e fortunatamente troviamo una mangiatoia con dei prezzi abbordabili.
Non perdiamo troppo tempo, per arrivare a destinazione dobbiamo macinare parecchia strada ancora, ed il Bernacca che è in me dice che stiamo finendo il periodo di grazia.
Partiamo per il col de la Bonette, in direzione Isola.
La strada (fuffa) più alta d’europa, così recitano i cartelli che incontri.
Fuffa per il semplice fatto che il valico si trova a 2715, altezza che non avrebbe portato la strada da nessuna parte, ma sti Francesi (FURRRRBISSIMI) cosa hanno escogitato?
Hanno costruito una strada che gira attorno ad una cima li vicino (appunto cima della Bonette) fino ad arrivare a 2802…. Morale della favola : il primato di passo più alto non gli è stato dato.
A parte questo devo dire che il paesaggio che incontri è qualcosa di veramente unico.
Le fortificazioni della guerra, ancora presenti, e il paesaggio grigio della pietra ti lasciano con un …. “però!!”.
Ah mi ero dimenticato di dire che a salire sulla Bonette abbiam trovato la strada bagnata e il cielo era nero tutto intorno a noi!!(ci potrei fare una pubblicità!).
Decidiamo quindi di cazzeggiare il meno possibile e di cercare di evitare più acqua possibile….
Piccola nota, il paesaggio a scendere e si passa attraverso a un piccolissimo villaggio in abbandono.
La storia vuole che quella era la residenza del reggimento dei Diables bleus, un corpo di soldati scelti che a fine 800 erano di vedetta e di guardia su quelle cime. La storia dice che in 40 riuscivano a tenere sotto controllo tutta la zona, poi alla fine della seconda guerra le case vennero abbandonate. Tant’è che all’interno di esse si possono ancora vedere i gli arredi dell’epoca. (Grazie a Lello per il riassunto) .
Scendiamo dal passo (si perché chiamare colle una strada del genere a me fa ridere) e ci dirigiamo verso Isola, un acquazzone ci sorprende all’improvviso… ma continuiamo
Lorenzo si era già intutato durante la discesa dalla Bonette, Lello non aveva l’antipioggia e io non avevo voglia di metterla.
Così arriviamo ad Isola, dove il tempo pare darci una tregua e l’asfalto è asciutto. Prendiamo quindi per Isola2000…
Bhè la strada meritava veramente, e fortunatamente fino ad isola 2000 il tempo ha retto… poi….
Poi la race direction ha fatto esporre la bandiera con la croce di sant’andrea e per la tappa successiva han dichiarato Wet Race….
Arriviamo quindi in cima alla Colle della Lombarda, ci si ferma poco giusto il tempo di fare due scatti.
Devo ammettere che è veramente un peccato aver beccato brutto tempo, un tuffo dentro l’acqua dei laghetti lo avrei fatto volentieri!
Il panorama in cima ed i colori , anche con la pioggia ed il grigiore delle nubi, erano spettacolari.
Scendiamo per una strada che definirla stretta è un eufenismo….. ne ho fatti di passi stretti, ma questo li batte tutti!
Arriviamo comunque in fondo, siamo in Italia e si vede…. Ci siamo abituati bene, le strade francesi sono un'altra cosa e anche gli automobilisti ,che hanno un rispetto maggiore per noi motociclisti sono degni di considerazione, tutte cose che di qua dal confine ce le possiamo praticamente sognare….
Facciamo sosta carburante a Vinadio e ripartiamo alla volta del Colle della Maddalena.
Prima di arrivare in cima ci fermiamo al bar del versante italiano.
Tempo di un caffè ed un gelatino (si… le povere stelline con la “faccia da tabacchino smorto” volevano il gelatino..) e si riparte, sosta immediata sul Colle maddalena/larche per le foto ed i video improbabili e ripartiamo in direzione Vars.
Arriviamo sul Colle del Vars .
Ci fermiamo, c’è chi acquista adesivi e te li vuole dare in cambio di strani baci con la lingua, c’è chi cerca di autoeliminarsi per attaccare strani adesivi… tutto nella norma insomma!
A scendere cominciamo a prendere una pioggerella che ci accompagnerà fino a 5 km prima di Brancon.
La strada da Vars fino a Briancon è veramente mooolto meritevole, immaginarla asciutta provoca dei notevoli ed apparentemente immotivati sorrisi…
Arrivati poco prima della destinazione vediamo che Lello ha seviziato la tuta, in pratica ha rotto il gancio di chiusura ed ha distrutto la cerniera.
Decide quindi di recarsi subito nel Carrefour visto strada facendo, ma i soliti cattivoni francesi gli chiudono la porta in faccia e gli dicono che avrebbero aperto l’indomani alle 7.30.
Perfetto, pensiamo io e Lorenzo , forse è la volta buona che riusciremo a partire presto….
Si fa ora di mangiare, e chiediamo all’allevatore di nani da circo di indicarci un posticino.
Ok, andiamo da tutt’altra parte… questa sera ci van le crepes!
Ed è li che appare lei…..il suo viso angelico, gli occhi verdi da gatta e un aura che emanava una luce fortissima…. Sembrava una visione, ed invece no, era il FIGHINO DI BRIANCON!
Finiamo di mangiare e cerchiamo un posto dove bere na bira (l’influsso romano si fa ancora sentire), ci dirigiamo nella parte bassa della cittadina e scegliamo il locale alternativo…. Troppo alternativo…. Finiamo da bere ed andiamo a letto.
Almeno…. Andiamo in camera. E mentre il caro bimboLello dormiva io e Lorenzo, in veste da critici televisivi, davamo i nostri i nostri giudizi alle scenografie, trame, effetti speciali e capacità di recitazione dei protagonisti dei cult francesi trasmessi sul piccolo schermo…
Al mattino… indovinate chi sono stati i primi a svegliarsi?
Bravissimi!!!
Dopo aver tirato giù da letto il nostro caro Lello, averlo cazziato e averlo spedito a comprarsi ago e filo per riparare la tuta, procediamo con il solito rituale di vestizione, carico bagagli e relax prepartenza.
Al ritorno dallo shopping il nostro eroe non arriva a mani vuote, mentre in una ha gli strumenti di riparazione, nell’altra si trova un sacchetto contenenti una dozzina di paste da peso specifico del mercurio… si narra che alcuni culturisti francesi le usino come pesi nelle alzate alla panca piana….
Stavamo parlando di super Lello… bene, mentre noi ci stavamo scofanando l’impossibile…. Il nostro super eroe si era trasformato in un sarto provetto. Sarà stata l’aria francese, sarà stata la sua vera indole, ma il risultato finale era veramente degno di nota!
Ah.. se dovete farvi fare l’orlo ai pantaloni vi passo il suo contatto!
Comunque riusciamo a partire con il solito ritardo e con il solito simpatico tedescone che ci fa notare che Lello sta girando praticamente con delle slick!
“Avoja quanto ci faccio ancora, e poi gli intagli si vedono!!”
Quindi salutiamo l’allevatore di Nani da circo e partiamo alla volta di Oulx.
Da li prendiamo la strada per il paradiso….
Cominciamo a salire, l’asfalto, inutile dirlo, è perfetto. Le curve con una buonissima visibilità, il traffico irrilevante.
Questo è il passo più bello che ho fatto fino ad ora…. E’ il Moncenisio.
Mamma mia, se ci penso ancora mi vengono strane voglie!
Arrivati di fronte al muro degli ultimi tornanti è ora di godersi il panorama, si ricollega quindi il cervello e si cerca di memorizzare più immagini possibili.
Inutile dire che lo scenario che ci circonda è fantastico, ed anche le visioni non scherzano niente…
Ci fermiamo un po’ in cima, tanto per goderci al meglio lo spettacolo che la natura ci offre e per ascoltare le perle di saggezza di possessori di moto con 2 dita di cera per lato nelle gomme ,e soprattutto da chi mette il blocca disco in cima ad un passo…
Ma scusa emerito cojone(ancora l’influsso romanesco non mi ha abbandonato) , ma chi pensi che te la porti via quel catenaccio di moto, una mucca? Hai paura delle marmotte?? Eh, infatti è risaputo che quelle bastarde pelose ti ciulano la moto e poi si occupano del traffico di pezzi rubati. Sembra che stiano li ad impacchettare la cioccolata, ma invece…. impacchettano del pakistano acquistato con i soldi dei pezzi rubati!!!!!
Prima della discesa Lello e Lorenzo si scambiano le moto…
Io mi fermo un attimo a fare due scatti e li raggiungo in fondo…..o per meglio dire ne raggiungo uno, Lorenzo.
Lorenzo mi stava aspettando ad un incrocio e come mi vede parte.
Sinceramente per un attimo mi ha fatto strano non vedere Lello, ma vuoi Lorenzo che era partito, vuoi che Lello era con la moto di Lorenzo equipaggiata con il navigatore, non mi sono preoccupato più di tanto.
La strada che dal Moncenisio porta all’Iseran è breve e scorre via veloce.
La salita verso il passo è bellissima, la strada che sale si arrampica dolcemente fino in cima… e l’altitudine la mia ciccina la comincia a sentire. Mi fermo per fare qualche scatto, farò la figura del giapponese, ma vedere sti luoghi e non portarti qualche ricordo mi sembra una vera coglionata.
Arrivo in cima, e la prima cosa che mi dice Lorenzo è: “Abbiamo un problema, Lello non c’è!”
Breve riassunto.
Lello e Lorenzo si sono scambiati le moto, Lorenzo ha il suo cellulare nel marsupio, Lello lo ha lasciato sulla moto, Lello ha evidentemente cannato un incrocio, ma Lello ha anche il navigatore.
Quindi io e Lorenzo confidiamo su questo… e mentre aspettiamo ci facciamo le nostre foto ricordo, comperiamo chi gli adesivi chi la maglietta, facciamo le foto ricordo ad altri, discutiamo con i motociclisti francesi cojoni che non si levano di mezzo… insomma non ci facciamo mancare nulla.
Intanto il tempo comincia a cambiare. Nell’attesa ci rechiamo a prendere dei panini e mentre usciamo comincia a piovere…. Basta, decidiamo quindi di scendere a vedere di recuperare il desaparecido, e appena svoltiamo un tornante lo incrociamo mentre sta salendo.
Io lo mando a cagare, Lorenzo penso che sia contento di rivedere la sua moto…..
Ci intutiamo e ripartiamo, e come al solito appena saliti in moto infagottati la pioggia cala…. ma ci accompagna fino a Seez. Facciamo rifornimento e ripartiamo alla volta dell’ultimo passo della giornata.
La salita per il Piccolo San Bernardo non è malaccio. La cosa bella è che è un misto di asciutto – bagnato . Ovvero un versante è completamente asciutto mentre l’altro è fradicio. Ma l’importante è che sui nostri caschi sia tornato a splendere il sole.
Arriviamo in cima-cima, e ci togliamo l’antipioggia. Ci concediamo la pausa gelatino (eh si… ci stiamo viziando…) facciamo le solite foto dementi e non, concediamo foto autografate ai motociclisti meravigliati della sempre più slick si Lello, e poi quando all’unanimità vediam che tanto non ci daran la residenza sul passo, ripartiamo.
Qui saluteremo definivamente la Francia, non senza qualche lacrimuccia.
Nuova destinazione Aosta, ma prima facciamo una tappa a Courmayeur, una foto di rito alle spalle di monsieur Le Blanche è d’obbligo… (SI SI IL MONTE BIANCO, VOLEVO FARE IL FIGO CON IL FRANCESE, NON VI VA BENE? ESTIQUAATZI!!).
Ripartiamo ed arriviamo in albergo, ma prima di sistemarci andiamo a fare un aperitivo in un bar/concessionario.
Non male l’aperello, e non male nemmeno i due negroni bevuti (maliziosi non pensate male!!!)
Quindi si ritorna in albergo e memori delle esperienze francesi in quasi un batter d’occhio riusciamo ad andare a cena.
C’è stato un momento di panico quando si è rischiato di lasciarne uno insaponato sotto la doccia…. Ma come dice Hubert: “Tutto è bene quel che finisce bene!!”
Il tocco di classe poi è di Lello. Il suo savour fare ci ha trovato il nome di due locali del dopo cena.
Mangiamo bene, e decidiamo di fare due passi per il centro di Aosta….
Saremo vecchi ma dopo un paio di birrette siamo nuovamente a letto.
Al mattino solita trafila.. si fa colazione, paghiamo l’allevatore di cavallette albine, si caricano le moto e dopo aver aspettato Lello partiamo.
Proviamo ad andare sul gran San Bernardo, ma il tempo non è per nulla buono, e dato che non abbiamo tutto questo tempo da perdere facciamo dietro front e di dirigiamo direttamente a Saluzzo.
Direttamente è un parolone, perché prima di arrivare ci dobbiam sorbire un oretta di sardo strada che almeno fino a che siamo in Val d’Aosta ci allieta con i suoi castelli.
Dopo l’autostrada , la tangenziale di Torino, e la statalona , arriviamo a Saluzzo. Ci fermiamo un attimo per bere, e ripartiamo quindi alla volta di Crissolo.
Strada facendo c’è qualcosa che non mi torna…. Ma… scusate , è mai possibile che sto fiumiciattolino, sto robino qui…. Diventi poi quel robone dove dentro ci navigano dei pesci radioattivi da quanto sono grandi?
Vabbhè….
Arriviamo a Crissolo, e proseguiamo per pian della Regina, da li saliamo subito a Pian del Re, e come delle bravissime giovani marmotte arriviamo alla sorgente dichiarata del Po.
Fotine, video vari e avariati (soprattutto avariati), visioni mistiche e bevute alla sorgente accompagnano la nostra sosta. Poi si riparte, dobbiamo pappare….
E nella discesa… dopo averle viste in tutti gli adesivi dei passi, finalmente compare un marmotta.
Penso che volesse farla finita… si è praticamente buttata sotto le ruote della moto…. Ma gli è andata male, siamo cretini ma non siamo degli assassini.
La sosta pranzo porta consiglio…. Una volta arrivati a Cuneo Lello decide di cambiare le scarpe della moto, come avevo previsto… qualcuno ci ha lasciato le gomme!
Finito di pranzare e dopo il caffettino ripartiamo con calma.
Sappiamo che stiamo dicendo un arrivederci a questi bellissimi posti.
Ci rimettiamo in strada direzione gommista. Sosta tecnica e tecnologica.
E poi l’ultima destinazione sarà la maison del caro Lorenzo.
La serata passa “tranquillamente” bruciando un mezzo bosco , come di consuetudine, per preparare la brace e ricordando gli avvenimenti topici di questi giorni passati assieme.
La serata volge al termine, e con essa questa fantastica esperienza.
Oggi , a qualche settimana di distanza, le immagini, i profumi che ho sentito viaggiando e le sensazioni che ho provato durante questo “giretto” sono ancora un ricordo nitido stampato nella mia mente.
E anche se dovesse sbiadirsi, so che il prossimo anno potrò dargli ….. “una bella ripassata”!!
Inutili i ringraziamenti…..
Datevi una pacca sulla spalla e fateveli da soli!
Meglio bannato che diffidato [cit.]
Chi muore inseguendo un sogno sorride alla morte e il sorriso cancella qualsiasi violenza.
U.H.T. Man......
E voglia 'e metter 'o rum...chi nasce strunz nun pò addiventà babbà.....
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
Bravi ragazzi bel giro......conoscendo Lorenzo immaginavo che vi avrebbe fatto vedere dei posti incantevoli.
Qualcuno lo abbiamo visto anche noi e sono veramente belli.
Complimenti
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- lello_87
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
per non parlare dei video che il buon Dak ha fatto mentre rischiavamo la vita per mettere in giro gli adesivi del forum
http://vimeo.com/48320581
http://vimeo.com/48320583
http://vimeo.com/48320581
http://vimeo.com/48320583
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
Ma vogliamo parlare del momento Epico di quando Lello, appena entrato nella camera dell'albergo di Briancon, ha deciso di battezzare il luogo partorendo una strana presenza che tutt'ora sta vagando in quella stanza?!?
Comunque é stata veramente una bella vacanza, tanti bei posti, tantissime risate e una voglia Esagerata di replicare l'anno prossimo!!
Comunque é stata veramente una bella vacanza, tanti bei posti, tantissime risate e una voglia Esagerata di replicare l'anno prossimo!!
Vivere Senza Tentare Vuol Dire Morire Con il Dubbio che ce l'avresti Fatta!!!
"I tuoi cerchi sono Fantastici! Senti la moto dal serbatoio in su, sotto é come se fosse appoggiata su dei magneti!!!" Nik cit.
Ciao Ciao Porto!
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
Leggendo il dettagliatissimo report viene voglia di partire, complimenti bellissimo giro!
- Dak
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
Sim... fidati che molte e forse troppe cose sono state tralasciate!
Meglio bannato che diffidato [cit.]
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- lello_87
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Re: ItaGliani in Provenza 08/2012
Eh meno male...Dak ha scritto:Sim... fidati che molte e forse troppe cose sono state tralasciate!